Domanda

È possibile per il Comune intervenire sul concetto di pertinenza dell’abitazione ai fini TARI, applicando la stessa disciplina prevista per l’IMU oppure associando le pertinenze alla categoria 3 prevista per le utenze non domestiche?

Risposta

La questione è stata recentemente approfondita dal Dipartimento delle Finanze a seguito della problematica emersa sull’erronea attribuzione della quota variabile anche alle pertinenze delle utenze domestiche.

Nel corso del webinar del 22/2/2018, tenuto dal Dipartimento delle Finanze, sono state formulate diverse domande, tra cui le seguenti:

  1. “Se un contribuente ai fini TARI possiede diversi garage, vanno tutti considerati come domestici? E quindi come pertinenze? Questo anche se ai fini IMU tali pertinenze sono limitate?”;
  2. “Se un contribuente ai fini TARI possiede ad esempio 5 garage come li deve considerare? Come pertinenze e quindi domestici?”;
  3. “Alcuni comuni (che hanno le 30 categorie) associano i box alla categoria 3 non domestica. È corretto?”.

In ordine ai primi due quesiti il MEF ha evidenziato che “In materia di TARI non si può applicare il criterio limitativo delle pertinenze previsto esclusivamente per l’IMU, occorre invece fare riferimento all’art. 817 del codice civile secondo il quale “Sono pertinenze le cose destinate in modo durevole a servizio o ad ornamento di un’altra cosa. La destinazione può essere effettuata dal proprietario della cosa principale o da chi ha un diritto reale sulla medesima” e quindi verificare la sussistenza del vincolo di pertinenzialità. Pertanto, se i garage sono tutti pertinenze dell’abitazione, questi devono essere considerati nell’ambito delle utenze domestiche.”

La risposta del MEF è senz’altro condivisibile, essendo impossibile per i Comuni prevedere limitazioni avvalendosi della potestà regolamentare di cui all’art. 52 del d.lgs. n. 446/97, vietata sull’individuazione e definizione delle fattispecie imponibili, trattandosi di materia riservata alla legge statale.

Pertanto, diversamente dall’IMU, che delimita il concetto di pertinenza dell’abitazione principale (una unità per ogni categoria catastale C/2, C/6, C/7), per la TARI si deve applicare il concetto civilistico (art. 817 c.c. e ss.). Non è quindi possibile limitare le pertinenze alla categoria catastale (ad esempio solo C/2, C/6,C/7) o a un numero massimo (ad esempio: massimo due) o alla categoria catastale, oppure alla vicinanza con l’abitazione (ad esempio: entro un raggio di 300 mt.), ovvero alle dimensioni delle stesse (ad esempio: superficie inferiore al 25% di quella dell’unità immobiliare), ecc.

Infine, per quanto riguarda la possibilità di attribuire alle pertinenze delle abitazioni la categoria prevista per le utenze non domestiche (quesito n. 3), il MEF ha risposto condivisibilmente che tale soluzione è corretta solo nel caso in cui i box, le cantine e simili sono detenuti da un soggetto titolare di un’utenza non domestica. In tutti gli altri casi, gli immobili appena descritti devono essere invece ricondotti nell’ambito delle utenze domestiche.