Domanda

Dopo quanti anni occorre riapprovare il Codice di comportamento di ente, previsto dall’art. 1, comma 2, del d.p.r. 62/2013?

Risposta

Dopo l’entrata in vigore del d.p.r. 62/2013 “Codice di comportamento dei dipendenti pubblici” le singole amministrazioni dovevano definire, ai sensi dell’art. 54, comma 5, del d.lgs. 165/2001, un proprio codice di comportamento integrando e specificando – ma comunque in modo più restrittivo – quello approvato dal legislatore nazionale.

Le norme vigenti non ne prevedono una scadenza e nemmeno una tempistica di revisione e aggiornamento.

Tuttavia, come si desume dalle indicazioni ANAC, potrebbe risultare opportuno ridefinirne i confini dopo cinque anni dalla sua prima approvazione.

Infatti, secondo l’aggiornamento del PNA 2015 (sezione: Vigilanza dell’ANAC: priorità ed obiettivi – pag. 52), dopo alcuni anni di attuazione, si rende opportuno procedere ad una revisione generale del Codice di comportamento di ente, sulla base di una adeguata riflessione che porti all’adozione di norme destinate a durare nel tempo.

La revisione dovrà necessariamente essere l’esito delle attività di vigilanza e monitoraggio sull’applicazione del Codice che devono essere previste tra le azioni dal Piano di Prevenzione della Corruzione e Trasparenza (PTPCT) adottato annualmente.

Si ricorda, altresì, che anche il PNA 2016 (pag. 5) prevede che sui codici di comportamento l’ANAC assuma atti di orientamento (es. Linee guida generali), riservandosi  di intervenire anche ai fini di un maggior coordinamento, differenziando per tipologia di amministrazioni e enti, confermando quanto contenuto nel PNA 2015 circa i loro contenuti e valenza “gli enti sono tenuti all’adozione di codici che contengano norme e doveri di comportamento destinati a durare nel tempo, da calibrare in relazione alla peculiarità delle finalità istituzionali perseguite dalle singole amministrazioni: non quindi una generica ripetizione dei contenuti del codice di cui al d.p.r. 62/2013, ma una disciplina che, a partire da quella generale, diversifichi i doveri dei dipendenti e di coloro che vi entrino in relazione, in funzione delle specificità di ciascuna amministrazione”.

Pertanto, avendo l’ANAC già previsto di dettare specifiche Linee guida sulla revisione dei Codici, si consiglia di prevedere, tra le azioni del PTPCT, la programmazione di un lavoro di revisione del Codice di comportamento dell’ente, da concludersi entro un quinquennio dalla sua adozione.