Ancora una fumata nera dalla Conferenza Stato-città, riunitasi ieri 18 aprile, al riparto del Fondo di solidarietà comunale per il 2023. Si tratta del secondo stop dopo il semaforo rosso arrivato nella precedente seduta straordinaria del 16 marzo scorso. Restano infatti confermate le divergenze con Anci e Upi già emerse un mese fa. La mancata intesa mette ora a repentaglio l’erogazione della prima rata del Fondo, pari al 66 per cento dell’importo spettante a ciascun ente, prevista per il mese di maggio ormai alle porte.
Arriva invece il via libera al differimento del termine per l’approvazione dei bilanci di previsione 2023-2025 che viene pertanto fissato al prossimo 31 maggio. Vengono così accolte le istanze di Anci e Upi che ne chiedevano una proroga per la perdurante incertezza sulla dimensione delle risorse disponibili, con particolare riferimento proprio alla determinazione del Fondo di solidarietà comunale, per la necessità di considerare gli effetti della rinegoziazione dei mutui della Cassa Depositi e Prestiti avviata nei giorni scorsi e per le difficoltà nella formulazione ed approvazione dei Piani economico finanziari del servizio rifiuti e delle relative tariffe TARI.
La seduta ha raggiunto l’intesa anche sullo schema di decreto del Ministro dell’interno, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze e il Ministro per gli affari regionali e le autonomie, per il riparto del fondo di 400 milioni di euro, per l’anno 2023 (di cui 350 milioni di euro a favore dei comuni e 50 milioni di euro a favore delle città metropolitane e delle province), per il riconoscimento di un contributo straordinario agli enti locali per garantire la continuità dei servizi erogati in relazione alla spesa per utenze di energia elettrica e gas (articolo 1, comma 29, della legge 29 dicembre 2022, n. 197).
Nulla di fatto, invece, per l’altro punto inserito all’ordine del giorno della seduta e relativo allo schema di decreto del Ministero dell’economia e delle finanze, su proposta della Commissione tecnica per i fabbisogni standard, concernente il recupero delle somme assegnate, per l’anno 2021, ai comuni delle regioni a statuto ordinario per il potenziamento dei servizi sociali, non destinate ad assicurare il livello dei servizi sulla base degli obiettivi di servizio stabiliti. Il punto è stato infatti rinviato ad una prossima seduta.