Siamo nel pieno delle operazioni del 15° Censimento Generale della Popolazione e delle Abitazioni, le modalità introdotte dall’ISTAT sono innovative e complesse da gestire, le istruzioni “ufficiali” (come sempre) sono poche e confuse, le opinioni degli esperti spaziano tra le versioni più disparate, il caos regna sovrano
Nel mentre, i Comuni – per il tramite dei Dirigenti/Responsabili dei costituiti Uffici di Censimento Comunale – sono tenuti a prendere decisioni veloci pur con tanti dubbi ed incertezze: come regolare giuridicamente il rapporto con i rilevatori esterni e/o interni? Con quali criteri definire i compensi loro spettanti? Quale trattamento fiscale e/o previdenziale applicare? Come riconoscere i compensi (derivanti dalle somme trasferite dall’ISTAT) ai componenti dell’UCC? A quali istituti normativi e contrattuali fare riferimento? Come debbono essere rese le prestazioni da parte del personale dipendente? Per non parlare del carico di lavoro eccezionale, delle scadenze, dei rapporti da gestire con i cittadini ………….
Insomma, un vero ginepraio, in condizioni di stress e dove ognuno si destreggia come meglio può, ma soprattutto pago di aver trovato una soluzione che “si sente di sostenere”, ben lontano da qualsiasi – anche minima -“certezza”.
Giustamente e proficuamente qualcuno ricorre anche ai ricordi ed alle esperienze del passato, dei precedenti censimenti, per fare tesoro di conoscenze acquisite e sempre estremamente utili, per poi fare un’opera di “attualizzazione” professionalmente qualificata.
Non è invece produttivo ripescare dal passato singoli atti, provvedimenti, pronunce, interpretazioni e trarne delle frettolose conclusioni, anche allarmanti.
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