Domanda

Ho letto sulla stampa che la Cassa Depositi e Prestiti ha aperto i termini per una nuova rinegoziazione dei propri mutui da parte degli enti locali. C’è ancora tempo per aderire? Quali sono le modalità per farlo?

 

Risposta

La risposta al quesito del lettore è negativa. La notizia di stampa richiamata fa riferimento alla Circolare della Cassa DD.PP. n. 1293 del 9 maggio scorso. Essa tuttavia riguardava la rinegoziazione per l’anno 2019 dei soli prestiti concessi dalla Cassa medesima alle Città Metropolitane ed ai comuni capoluogo di Regione o sede di Area Metropolitana. A differenza di quanto avvenuto negli anni passati, essa si rivolgeva pertanto ad una platea piuttosto ristretta di enti locali. Parliamo al passato perché i termini per aderirvi – per i soli enti rientranti fra quelli sopra elencati – sono già ampiamente scaduti. La finestra temporale per farlo era infatti limitata al solo periodo che andava dal 13 al 24 maggio scorsi. Una finestra estremamente stretta quella concessa da CDP, se si pensa che l’adesione alla proposta richiedeva il consueto atto consiliare di approvazione dell’operazione di rinegoziazione e che tutta la documentazione richiesta al paragrafo 1.2 della Circolare doveva essere inviata entro lo scorso 28 maggio. Convocare un consiglio comunale in così poco tempo, specie in tempo di elezioni amministrative non era certo impresa semplice. Ma tant’era. Quello che desta sicuro interesse, e potrebbe forse andare incontro alla richiesta del lettore è il contenuto del successivo paragrafo 3 laddove si afferma che ‘(…) CDP con successiva circolare, si renderà disponibile a rinegoziare i prestiti originari in favore dei soli enti che non abbiano aderito alla rinegoziazione oggetto della presente Circolare, nel corso del secondo semestre 2019. La rinegoziazione, le cui modalità, termini e condizioni saranno in ogni caso specificate nella circolare sopra citata, avrà effetto sul debito residuo in essere al 1° gennaio 2020 (…)’. Il testo citato è sicuramente sibillino: non è chiaro infatti se la nuova finestra che si aprirà nei prossimi mesi sia estesa a tutti gli enti locali senza distinzione di dimensioni e caratteristiche o, viceversa, sia aperta ai soli enti che rientrino fra quelli già destinari della suddetta circolare n. 1293/2019 ma che, per qualsiasi ragione, non vi abbiano voluto (o potuto) aderire. Non resta pertanto che attendere le prossime mosse di CDP per capirne la reale portata. Va infine evidenziato che l’operazione proposta con detta circolare non rientra tra quelle previste dall’articolo 1, commi 961-964, della legge n. 145/2018 (legge di bilancio 2019). Quest’ultima, come noto, prevede infatti che i mutui concessi da CDP a comuni, province e città metropolitane, già trasferiti al MEF in attuazione dell’articolo 5, commi 1 e 3, del d.l. n. 269 del 2003, purché aventi determinate caratteristiche fissate dalla stessa legge, possono essere oggetto di operazioni di rinegoziazione che determinino una riduzione totale del valore finanziario delle passività totali a carico degli enti stessi. Il tutto ad invarianza della data di scadenza prevista nei vigenti piani di ammortamento. L’individuazione dei mutui che possono essere oggetto di tali operazioni di rinegoziazione, nonché la definizione dei relativi criteri e modalità di perfezionamento, venivano demandate ad un decreto ministeriale la cui adozione doveva avvenire entro il 28 febbraio 2019. Il termine è pertanto scaduto da oltre tre mesi, ma il decreto non ha ancora visto la luce. La norma è pertanto ancora lettera morta e tale rimarrà fino ad avvenuta approvazione del decreto attuativo mancante.