Domanda

È legittimo stabilire, per le utenze domestiche a disposizione, un criterio di tassazione induttivo secondo la superficie dell’appartamento? Ad esempio, prevedendo per un nucleo di due componenti con 180 mq. (compreso garage) il pagamento della TARI corrispondente a 5 persone?

Risposta

Non è di per sé irrazionale o discriminatorio il criterio di tassazione delle utenze non stabilmente attive (seconde case, utenze a disposizione di cittadini Aire, ecc.) basato convenzionalmente su una proporzione rispetto alla superficie, ad esempio: n. 1 occupante fino a 40 mq., n. 2 occupanti da 41 a 60 mq., n. 3 occupanti da 61 a 80 mq., n. 4 occupanti da 81 a 100 mq., n. 5 occupanti da 101 a 120 mq. e n. 6 o più occupanti oltre 120 mq..
Deve, però, trattarsi di un criterio presuntivo (non assoluto) che deve sempre lasciare al contribuente la possibilità di dichiarare l’effettivo numero di componenti del proprio nucleo familiare. In tal senso si esprime il regolamento-tipo ministeriale del 2013 che per le seconde case assume come numero di occupanti quello indicato dall’utente o, in mancanza, il numero convenzionalmente stabilito dall’ente (eventualmente anche graduato in funzione della superficie), con possibilità di accertare un numero maggiore sulla base dei dati forniti dal comune di residenza.
Inoltre, trattandosi di materia appartenente senz’altro alla fattispecie imponibile e, quindi, riservata al legislatore statale, il comune non può introdurre presunzioni assolute sul numero dei componenti, neppure avvalendosi della potestà regolamentare di cui all’art. 52 del d.lgs. 446/1997.
Peraltro, una maggiore tassazione dell’utenza domestica “stagionale” sarebbe all’evidenza non solo irrazionale, ma contraria alla ratio del tributo che prevede la possibilità di introdurre agevolazioni per le “abitazioni tenute a disposizione per uso stagionale od altro uso limitato e discontinuo” (comma 659, l. 147/2013).
Si segnala, al riguardo, la recente sentenza n. 4223 del 6/9/2017 del Consiglio di Stato, che ha annullato un regolamento comunale che fissava tariffe più alte per le utenze domestiche dei non residenti rispetto a quelle previste per i soggetti residenti.