Domanda

Sulla base del gestionale informatico che è stato acquistato di recente, abbiamo notato che nella sezione Amministrazione trasparente, compare anche la sotto-sezione Strutture sanitarie private accreditate.  Essendo un ente locale (comune sotto 10.000 abitanti)  è possibile eliminare la sotto-sezione dall’Albero?

 

Risposta

Come previsto nell’articolo 48, comma 1, del decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33, modificato dall’articolo 39 del d.lgs. 97/2016, all’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) viene demandato il compito di definire i criteri, i modelli e gli schemi standard per l’organizzazione, la codificazione e la rappresentazione dei documenti, delle informazioni e dei dati oggetto di pubblicazione obbligatoria, ai sensi della normativa vigente, nonché relativamente all’organizzazione della sezione «Amministrazione trasparente».

L’ANAC ha provveduto, da ultimo, a svolgere il compito assegnatole dal legislatore nazionale, mediante l’adozione dell’Allegato “1” alla delibera n. 1310 del 28 dicembre 2016, dove sono state previste n. 26 sotto-sezioni di Livello 1, tra le quali, figura tutt’ora la sotto-sezione “Strutture sanitarie private accreditate” a cui si fa riferimento nel quesito.

Come ben specificato nel comma 4, dell’articolo 41, del d.lgs. 33/2013, l’obbligo riguarda la pubblicazione annuale dell’elenco delle strutture sanitarie private accreditate. Devono essere, inoltre, pubblicati gli accordi con esse intercorsi.
L’articolo 41, del decreto Trasparenza è, appunto, rubricato  “Trasparenza del servizio sanitario nazionale”.
Tra i svariati compiti e funzioni riservati ai comuni dalle leggi nazionali e regionali non compare la competenza per l’accreditamento delle strutture sanitarie, compito che, come sappiamo, è svolto dalle regioni.
Chiarito, pertanto, che i comuni non sono soggetti a nessuna pubblicazione nella sotto-sezione in parola, resta da definire se è possibile eliminare la sotto-sezione dall’alberatura.

A parere di chi scrive, la risposta è negativa dal momento che il d.lgs. 33/2013, all’art. 48, comma 4, prevede che gli standard e i modelli dell’Alberto della Trasparenza debbano assicurare “la soddisfazione delle esigenze di uniformità delle modalità di codifica e di rappresentazione delle informazioni e dei dati pubblici”.

In aggiunta, si ricorda che l’Allegato A, del d.lgs. 33/2013, ben specifica che le sotto-sezioni devono essere denominate esattamente come indicato in Tabella 1, lasciando chiaramente intendere che la struttura di Amministrazione trasparente non è modificabile a piacere dai singoli enti. La stessa ANAC, a conferma di quanto sopra, suggerisce che non è consigliabile lasciare le sotto sezioni vuote. L’Autorità considera questi casi specifici, infatti, come omessa pubblicazione. Meglio inserire una dicitura (o un documento) che dia conto delle motivazioni della mancanza dei contenuti. Nel caso del vostro comune la dicitura che si consiglia di inserire è la seguente: “Disposizione non applicabile al comune. La sezione è di esclusiva competenza delle amministrazioni facenti capo al Servizio Sanitario Nazionale”.

Chiudiamo con un piccola curiosità.
Per formulare la presente risposta ci è capitato di consultare numerosi siti web, sezione Amministrazione trasparente di alcune pubbliche amministrazioni. Tra queste, per esempio, il sito della presidenza del Consiglio dei ministri, il Ministero della Salute, Ministero Interno, Giustizia, MIT, MIUR, Esteri e Ministero dello sviluppo economico (MISE). Oppure, restando ai comuni, quelli di Milano, Bologna, Roma e Napoli. Come verifica finale abbiamo pensato di andare a consultare l’Albero della Trasparenza di ANAC (se non lo sanno loro…)

Ebbene, in nessuno di questi siti, nella sezione Amministrazione Trasparente, compare il link “Strutture sanitarie private accreditate”, che risulta presente, invece, nei siti web del Garante privacy italiano, CNEL, ANCI (Ass. Comuni Italiani), Ministero della Difesa, AGID-Agenzia per l’Italia Digitale, Corte dei Conti, comune Trento, comune Catanzaro, Camera Commercio Padova, Le Gallerie degli Uffizi, eccetera eccetera.

Quindi, la risposta, revisionata, al quesito diventa la seguente “fate come volete”.